Le origini della cosiddetta commedia dell'arte sono antichissime.

Nel IV secolo a. C. era già presente una forma di teatro in cui gli attori recitavano all'improvviso e con delle maschere fisse.

Si tratta dell'Atellana (dal nome della città in cui probabilmente si sviluppò: Atella, in Campania).

Le maschere fisse erano quattro:

Bucca (bocca), lo sciocco che parla senza riflettere

Maccus, il ghiottone che pensa solo a mangiare (la radice mac è la stessa dell'italiano mascella)

Dossennus, il gobbo astuto (vedi l'italiano dosso)

Chichirrus (chicchirichì), il galletto.

 

Gli attori non recitavano in base a un copione, ma solo a un'idea generale di ciò che doveva accadere sulla scena (la trica, da cui l'italiano intreccio e intrigo). Tutto, quindi, era basato sull'improvvisazione.

 

La commedia dell'Arte deriva questo nome dal fatto che gli attori erano tutti artisti, cioè professionisti della recitazione.

Né poteva essere altrimenti: immaginiamo che durante una scena, l'attore, che recita all'improvviso, rimanga in silenzio, che non abbia la battuta pronta.

I fischi del pubblico sarebbero assicurati

 

Gli esempi più antichi di commedia dell'arte si trovano in Italia già dal '500.

Sono i lazzi, cioè delle scene molto brevi, in cui degli attori in maschera cercano di far ridere il pubblico con gesti e situazioni comiche.

Le situazioni tipiche erano abbastanza semplici e ripetitive: una donna è corteggiata da uno o più uomini. Accadono diversi imprevisti che divertono il pubblico. Infine l'uomo e la donna si mettono insieme.

Situazioni di questo genere hanno il vantaggio di essere molto facili da mettere in scena e comprensibili da chiunque in qualunque parte del mondo.

Il linguaggio verbale nelle commedie dell'arte era ben poca cosa rispetto alle movenze degli attori, alla musica, talvolta al canto e al ballo.

Tuttavia, proprio per l'estrema semplicità e la ripetitività delle trame queste commedie, alla lunga, risultavano noiose, perché il pubblico sapeva già cosa aspettarsi.

Per questo motivo si inventano nuovi personaggi che arricchiscano la vicenda.

 

I personaggi principali della commedia dell'arte sono famosissimi e noti a tutti:

Arlecchino, Brighella, Colombina, Pantalone ...

Ognuno di questi personaggi ha delle caratteristiche tipiche, che si ripetono da una commedia all'altra.

Ogni personaggio proviene da una diversa città italiana: Arlecchino e Brighella da Bergamo, Colombina e Pantalone da Venezia ...

In questo modo si creava un effetto molto particolare in scena, dato che ogni personaggio parlava nel suo dialetto.

 

Arlecchino è il servo sciocco e inaffidabile, povero, tanto che il suo vestito è pieno di rattoppi variopinti. Il suo compito in scena è far ridere il pubblico con le sue trovate e i suoi gesti.

 

Brighella è il servo intelligente e fedele. Aiuta il suo padrone nelle varie necessità della commedia.

 

Colombina è la serva bella e seducente. Flirta con tutti, ama essere corteggiata, ma non si concede facilmente.

 

Pantalone è il mercante ricco e anziano; il suo nome fa riferimento ai pantaloni molto larghi in cui porta il sacchetto pieno di monete. Corteggia Colombina, che gli permette qualche avance, ma solo per avere dei regali consistenti.

 

Le maschere della commedia dell'Arte ritornano, modificate, nel teatro di Carlo Goldoni.

Arlecchino si ritrova ad esempio nell'Arlecchino servitore di due padroni, ma la figura del servo sciocco o infedele ritorna in varie commedie.

Brighella si evolve ad esempio nella figura di Rodolfo, in La bottega del caffè, in cui il caffettiere aiuta il giovane Eugenio a ritrovare la stabilità economica e la pace coniugale.

Colombina si evolve nella figura dell'astuta e seducente Mirandolina, protagonista de La locandiera, in cui però non è più serva, ma padrona. Del personaggio della commedia dell'arte conserva tuttavia la capacità di seduzione e la volontà di essere al centro dell'attenzione di tutti gli uomini che arrivano ospiti alla sua locanda.

Pantalone si evolve nella figura del Sior Todero Brontolon, un vecchio e ricco mercante che ha cura solo del suo patrimonio o dei Rusteghi, quattro vecchi e ricchi veneziani incapaci di godere della vita, perché attenti solo alle questioni economiche.