La mentalità "primitiva" è diversa da quella moderna.
Noi siamo abituati a pensare che quello che accade nella realtà sia frutto di una serie di leggi meccaniche, che l'uomo può conoscere e gestire, mentre per i popoli antichi era normale il contrario, cioè pensare che dietro ai fenomeni visibili ci fossero delle entità divine che li facevano accadere.
Questo tipo di mentalità valeva per tutti i fenomeni, così gli antichi agricoltori celebravano dei riti per favorire le piogge o il raccolto, mentre i cacciatori li celebravano per avere una caccia abbondante.
Da questi antichi riti, nei quali si utilizzavano spesso delle maschere, nacquero le prime forme di recitazione.
I Nahuatl, ad esempio, un antico popolo dell'America centrale, celebravano il ritorno della primavera con uno spettacolo in cui due ragazzi salivano su un palo alto quindici metri, eretto al centro del villaggio. Nello spiazzo a terra un coro di settanta danzatori eseguiva dei movimenti. A un certo punto i due ragazzi, legati a una corda, saltavano giù e si univano ai danzatori nel ballo.
La coreografia rappresentava, simbolicamente, il ritorno della fertilità divina sulla terra.
In Alaska, invece, gli eschimesi che abitano il fiume Copper festeggiano il ritorno della luce estiva, dopo il buio polare, con uno spettacolo in cui sono presenti un narratore, degli attori e un coro femminile che mimano prima il rapimento e poi la liberazione della luce.
Gli Elema, che abitano numerosi villaggi della Nuova Guinea, utilizzano maschere che rappresentano spiriti dei boschi o del mare in visita al villaggio:
I kovave hanno una maschera che riproduce uccelli con una cresta altissima; indossano una tunica che li copre fino alle gambe, così quando agitano le braccia sembrano davvero due ali e l'intero corpo sembra quello di uno struzzo. La coreografia dello spettacolo prevede che i ragazzi del villaggio prendano in giro il kovave, il quale li insegue muovendosi goffamente e suscitando le risate del pubblico.
Un altro tipo di maschera, hevehé, rappresenta invece gli spiriti che vengono dal mare a visitare il villaggio e sono legate ai culti nei quali i ragazzi venivano ammessi del gruppo degli adulti.