Anni fa a un incontro ho ascoltato un architetto giapponese che ha collaborato con Gaudì alla costruzione della Sagrada familia. Uno dei presenti gli chiese quale episodio ricordasse maggiormente di quella collaborazione e lui rispose: "Un
giorno un operaio stava gettando dei cocci di bottiglia. Gaudì lo vede, gli si avvicina e gliene chiede uno. Tutti i presenti, stupiti, chiediamo la ragione di quella richiesta. Gaudì all'inizio
non risponde, prende il coccio di bottiglia e lo va a posizionare in alto, insieme ad altri materiali. Poi scende e fa osservare l'effetto di luce che viene proiettato a terra dalla cattedrale.
Bellissimo. Ricco di colori e sfumature. E commenta: agli occhi di Dio noi siamo così, la nostra vita può essere ridotta a un coccio di bottiglia, ma se ci affidiamo nelle sue mani, saprà
portarci in alto e farci risplendere."
Il Medioevo, l'età delle cattedrali, potrebbe essere definito anche così: l'epoca in cui la letteratura, l'arte figurativa, la musica, raccontano che Dio c'è e ha un progetto buono per
ciascun essere umano e per il cosmo intero.
Non a caso l'opera più rappresentativa di questo periodo è la Divina Commedia, un viaggio epico attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, il cui protagonista non è un re
guerriero con poteri sovrumani, come erano stati Odisseo ed Enea, ma un uomo comune, nel periodo più buio della sua esistenza, bisognoso di consigli e di guida.
Ma è proprio a quest'uomo, che preferisce fidarsi e mettersi in movimento, anziché chiudersi in se stesso, che vengono aperti i cancelli del Paradiso.
L'epica antica e medievale era fortemente aristocratica, la gloria e l'onore riservati a pochi guerrieri eccezionali: Achille, Enea, Beowulf, Sigfrido, Roland, Artù, Lancillotto, Parsifal...
L'epica della Divina Commedia è l'epica dell'uomo comune, che non ha altri meriti (io non Enea, io non Paulo sono dirà Dante di sé) se non quello di essere amato nel momento
del bisogno (tre donne benedette curan di te ne la corte del cielo, gli risponderà Virgilio).
Insomma l'epica della Commedia e quella delle cattedrali è in fondo uguale: per essere grandi uomini non serve compiere imprese eccezionali. Basta dire sì alla vita con quello che si è. Al
resto penserà un Altro.
Scegliere un'immagine simbolo di un'epoca è un po' come cercare il classico ago nel classico pagliaio, tuttavia ho pensato che la cattedrale di Assisi fosse un buon punto di incontro: è una
cattedrale, il simbolo per eccellenza dell'architettura medievale, è dedicata a uno dei santi più amati nella storia della Chiesa, a cui nei secoli migliaia e migliaia si sono ispirati e si
ispirano ancora oggi, e san Francesco è in qualche modo il padre della nostra letteratura, nel senso che suo è il testo poetico più antico in volgare italiano che sia giunto fino a
noi.
Infine mi sembra degno di nota quel PAX che campeggia davanti alla basilica immersa nel verde soleggiato della campagna umbra.
Siamo così abituati a pensare al Medioevo come un'epoca buia di conflitti continui e disumani e dimentichiamo che i primi movimenti pacifisti della storia sono nati proprio in questo periodo.
Il francescanesimo ne è uno degli esempi più duraturi e può essere un punto di riferimento positivo anche per l'oggi, che non è meno violento e guerresco.