Virgilio era un “classico”
già ai suoi tempi. Ancora prima che la sua opera più nota, l’Eneide, uno dei best seller della letteratura mondiale, fosse pubblicata, riceveva
entusiastiche recensioni e non molto tempo dopo la sua morte, nel I sec. d. C., era già considerato l’esempio più alto della poesia epica latina e un modello da imitare.
Nei secoli, poi, la sua
fortuna non ha fatto che crescere. Alla sensibilità dei lettori medievali piaceva il modo nuovo in cui aveva guardato alla guerra, alla storia, alla sofferenza e, soprattutto, la creazione di un
modello di eroe la cui massima espressione era l’obbedienza alla volontà divina, insomma una specie di precursore dell’ideale cavalleresco cristiano.
Dante addirittura, com’è
noto, ha scelto di farsi guidare da Virgilio attraverso l’Inferno e il Purgatorio, a dimostrazione della larga fama di cui il poeta latino godeva.
Non meno successo Virgilio
ha avuto, però, nei secoli successi al Medioevo e la mantiene fino ai giorni nostri, tanto che la sua Eneide è ancora uno dei classici che si studiano in tutte le scuole italiane.