Tempo fa in classe, dopo aver letto la famosa poesia che Saffo dedica alle sensazioni dell'innamorato di fronte all'amata, un'alunna dice "è come se avesse descritto quello che proviamo anche noi, solo che a volte non ci vengono le parole".
Questa sequenza del film La tigre e la neve mi ha sempre fatto pensare la stessa cosa: Benigni è riuscito a dire esattamente quello che penso io della letteratura.
La letteratura bisogna viverla, approcciarla non come qualcosa di morto che appartiene al passato, ma come una serie di finestre aperte su altri uomini che hanno ancora qualcosa da dire a me.
Del resto, Dante o Seneca non sono affatto vecchi.
Anzi, a volte si legge un libro moderno e si rimane con l'amaro in bocca: storie in fondo tristi, personaggi in cui nessuno di noi vorrebbe immedesimarsi, ambientazioni che nessuno vorrebbe vivere in prima persona.
E si prova la sensazione di una grande lontananza.
Accade invece di leggere un passo di autori molto più lontani nel tempo che, però, sembra che parlino a noi di noi, e si rimane meravigliati, non solo per l'inaspettata vicinanza, ma per la scoperta che ci hanno fatto fare di noi stessi.
Ecco, il tentativo di questo sito, è quello di proporre i testi della letteratura come vicini e non come lontani.
Qualcosa insomma di cui vale ancora la pena fare esperienza.